lunedì 9 agosto 2010

E' tutto a posto. I depuratori funzionano che è una meraviglia


Oh, carissimo. Gli sorride con gli occhi e allarga le braccia dalla sua scrivania quando lo vede poggiarsi con una mano alla porta d’entrata del suo ufficio. Entra, entra pure. Stavo proprio ora leggendo le carte. L’altro annuisce leggermente con il capo e si disegna in viso un sorriso di circostanza. Ma vieni, accomodati. Gli indica la sedia di pelle girevole. Sì, sussurra l’uomo con le maniche di camicia rivoltate fin sopra il gomito e almeno tre bottoni staccati sul petto. Bene; riprende quello in giacca beige, camicia viola sbiadito e cravatta a strisce oblique marroni e celesti; come ti dicevo ho letto le carte. Possiamo andare tutti in vacanza più tranquilli. L’uomo di fronte abbozza un mezzo sorriso. E’ tutto a posto con i depuratori, quindi? Sì, tutto a posto. Gli risponde balbettando l’altro dopo aver ingoiato un filo di saliva muovendo nervosamente il pomo d’adamo. Avete controllato le acque e sono pulite, vero? Questa volta ottiene in risposta un breve cenno di assenso con il capo. Benissimo. Già erano partiti i soliti allarmismi dei nostri detrattori. Questo posto è pieno di detrattori, lo sai? L’altro conferma con lo sguardo mentre stringe i braccioli della sedia. Non cresceremo mai continuando così. Sai qual è la verità? Questa gente non lo vuole il progresso. Ma la civiltà contadina è morta da un pezzo, mio caro. Se non stiamo al passo con i tempi facciamo la fine della Grecia. Ognuno deve far fruttare le proprie risorse e noi siamo invidiati per il gas, il petrolio e tutto il resto. Per metterci i bastoni tra le ruote ogni tanto tirano fuori la storia dell’inquinamento, dei tumori, delle acque zozze. Balle. Non c’è uno straccio di prova scientifica. Solo illazioni. E comunque la vostra relazione parla chiaro. I depuratori funzionano che è una meraviglia. E’ tutto a posto. Sì, bisbiglia l’altro. Benissimo, prosegue senza smettere di sorridere e gli allunga un braccio per dargli la mano. Ci siete stati di grandissimo aiuto. Ti saluto mio caro. L’uomo con le maniche di camicia riavvolte sul braccio risponde al saluto e fa per uscire. Sulla porta lo aspetta un tizio con pantaloni e gilet di pelle. Quello che è rimasto nella stanza sorride ancora e urla. Grazie Frank, puoi riaccompagnare il signore alla sua auto? Con piacere, risponde Kinski, lanciando una terribile occhiata di intesa al giovane che ha già preso sottobraccio.

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