venerdì 6 agosto 2010

Ti presento Frank


A chi cazzo ci affidiamo questa volta? Sbatte il telefonino sul tavolo dopo aver chiuso la conversazione e guarda rabbioso verso la finestra. Ma che ti hanno detto? Gli chiede l’altro, in piedi, davanti a lui. Che stiamo esagerando con questi pozzi di petrolio. La gente è incazzata ed è pronta a bloccare tutto. Quello in piedi si morde il labbro. Cristo, Cristo, Cristo, ripete ancora incazzato il primo. Cristo. Non è possibile che per governare dobbiamo ogni volta discutere con tutti. Ma che cazzo vuole la gente? Continua a imprecare. Vogliono lavoro, soldi, tranquillità e pure l’aria pulita. Cosa cazzo pensano di stare in Svizzera? Stai calmo. Calmo un cazzo, mio caro. Si alza in piedi allargando il nodo della cravatta blu in tinta unita. Stavolta non tratto con nessuno, riprende a urlare. Wwf, ambientalisti, associazioni, sindaci. Devono andarsene tutti al mare. Qui comando io e si fa come dico io. Ok ok, l’altro gli si avvicina e gli poggia una mano sulla spalla. Ora però devi calmarti. La risolviamo la questione, ma tu non devi fare il battitore libero. Lo sai come funziona, non sei un pivellino. Il lavoro sporco lo facciamo fare a qualcun altro. E a chi lo facciamo fare il lavoro sporco? Se non ci muoviamo se li vendono direttamente da Roma i pozzi maledetti. Tempo dieci anni e restiamo in mutande. Non ci danno un euro per le strade, ci chiudono gli ospedali e si prendono i pozzi. Ti ho detto di calmarti, riprende il suo amico lanciandogli un sorrisetto ironico. Ti devo presentare una persona. A meno che non sia il Padre Eterno sceso in terra non voglio vedere nessuno. Si volta di spalle. Nel frattempo la porta si apre, mentre l’altro continua a sorridere di gusto. E’ un tizio altissimo, lunghi capelli neri, viso rugoso e mento largo quello che si presenta camminando lentamente nella stanza. Pantaloni di pelle nera, come il gilet indossato direttamente sul petto nudo. Quello incazzato si volta sorpreso e resta incantato. L’altro continua a lanciare sorrisetti compiaciuti. L’uomo con i capelli lunghi si accomoda su una poltroncina dello studio e si toglie dalla schiena un’enorme custodia cromata fissata con una larghissima fascia di caucciù per poter stare comodamente a tracolla. Poggia l’arnese sul tavolo. E’ pesantissimo. Apre la custodia e tira fuori un gigantesco arnese d’acciaio con una spirale che finisce a punta. Allarga le gambe e si sbraca sulla poltrona tenendo lo sguardo fisso sul pavimento. E questo chi è? Frank Kinski, signore; sillaba raucamente il tizio senza aspettare di essere presentato; il Trivellatore.


Elementi utili: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=356155&IDCategoria=12

2 commenti:

  1. Ma la trivella è manuale?
    Un simpatico racconto dedicato a chi non vuol intendere......

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